Adesso è finita per davvero.

Il Cammino ha una “seconda” fine: già nel Medioevo veniva considerato un giusto completamento del Cammino l’arrivo al mare, là dove “finiva la Terra” (da qui il nome).

I km che separano Finisterre (o, in lingua locale, Fisterra) sono variabili a seconda della strada che si sceglie: se si segue il percorso originale, passando per Olveiroa si fanno circa 90km, se si passa da Muxia se ne fanno circa 130, se si passa dalle strade provinciali, attraversando Noia, Carnota e Cee, se ne fanno circa 100. Ovunque si passi si arriva al segnale del KM 0.


Quel che è stato ieri l’ho già ampiamente spiegato: fino alla notte non ho camminato per le vie di Santiago, planavo.

Stamattina mi sono svegliato, dopo aver dormito pochissimo, con la sensazione del “Day after” di una grande vittoria: ero stanco ma ancora molto felice, un po’ nostalgico perché ormai era tutto finito ma ancora voglioso di vedere l’ultimo tratto del mio Cammino.

Oggi è stata a tutti gli effetti una giornata molto strana: con una calma calmissima mi sono preparato e ho raggiunto i miei compagni di viaggio che mi aspettavano di fronte all’Ufficio dei Pellegrini.

Questa mattina era tempo di spedizioni per tutti, così per un’ora buona siamo stati nel negozio che si occupa della spedizione delle bici e di eventuali pacchi.

Sembriamo in vacanza: il giorno dopo l’ultimo giorno di scuola.

Ci dividiamo un po’: per visitare Fisterra restiamo in 4 del “gruppo dei 7” e a noi si aggiungono gli ormai inseparabili Romulus e Aurora.

Antonio, Vincenzo e Joyce fanno gli ultimi giretti, ultimi acquisti e si preparano per raggiungere l’aeroporto.

Io, Aldo, Giacomo, Matteo e la coppia della Romania ci informiamo per noleggiare una macchina: oggi siamo “borghesi”, di pedalare non ne siamo più in grado…

A dire il vero è principalmente per una questione di tempo materiale: tra treni, voli e altri ciappini, domani non ci sarebbe stato modo di occuparsi dell’invio delle bici e del resto.

E comunque, allo stesso tempo, per fare altri 90km, col percorso previsto, ci sarebbero voluti almeno 2 giorni.

Tradiamo la bici e ci prendiamo 2 macchine.

Visto che ora siamo motorizzati, passiamo a prendere i primi 3 che ci abbandonano e li accompagniamo in aeroporto.

Ci salutiamo, ci abbracciamo…una parte del nostro Cammino inizia ad andarsene…

Noi prendiamo così la strada per Fisterra: è semplice da raggiungere. Se fino a ieri le indicazioni erano le frecce gialle, oggi ci basta seguire le indicazioni per Noia (ogni battuta sarebbe troppo scontata…) e, arrivati lì, proseguire sulla AC550 e seguire la costa.

Oh, la Galizia è uno spettacolo vero! Man mano che ci avviciniamo all’Oceano, passiamo attraverso paesaggi stupendi, tantissimo verde, alcune cittadine o piccoli paesi, fino a quando non si arriva ai primi centri sul mare che dimostrano quanto la pesca si l’attività principale in questa zona (tra mucche e pesci credo che in Galizia non moriranno mai di fame!).

Come dicevo prima, arrivare a Fisterra è semplice: oggi siamo tutti più calmi, l’adrenalina è scesa ed arrivare alla fine in macchina non è la stessa cosa.

Però almeno io e Aldo vogliamo concludere col rito tradizionale: bruciare sulla scogliera almeno un capo d’abbigliamento usato durante il Cammino.

Per diversi km godiamo già di un panorama che definire spettacolare è poco, ma è quando arriviamo a Cabo de Fisterra, dove proprio finisce la Terra, che ci riempiamo per un’altra volta gli occhi e l’anima vedendo che cosa può fare la natura.


Meglio di così è difficile…


La scogliera cade a picco sul mare ed oggi tira un forte vento di terra. C’è il sole e la temperatura è ideale per starsene seduti per quasi 2 ore sugli scogli a guardare l’Oceano, i gabbiani che volano, le piante piegate dal vento e fare il nostro rituale.


Visto che chi sceglie di fare il rito nella maggioranza dei casi sceglie di “sacrificare” anche le scarpe, ogni tanto si respira un odore acre di gomma bruciata che, tuttavia, non spezza la magia.


Ad ogni modo, nel lasso di tempo in cui siamo stati là, solo in 5 o 6, tra tutti i pellegrini presenti, abbiamo voluto seguire la tradizione.

Per il resto c’era la sindrome da Cattedrale di Santiago: gira che ti rigira lo sguardo era sempre rivolto all’Atlantico (anche perché, senza voler fare quello col cuore rigido, non è che ci fosse tanto altro da vedere…).




Finiti i rituali, fatte tante foto, pensiamo che mangiare non sarebbe un’idea malvagia: è da colazione che tiriamo avanti ed abbiamo tutti fame.


Fisterra è un piccolo centro, ovviamente sul mare, molto carino con altrettanto carini locali nella zona del porto: chi arriva fin qui a piedi o in bici di sicuro non fatica a trovare ristoro.

Si fanno in fretta le 21, il sole è ancora alto e noi torniamo verso Santiago.

Domattina ci separiamo tutti: Aldo ha il volo prima per Barcellona alle 9 e poi quello per Alghero, Giacomo e Matteo vanno in treno fino a Pamplona e poi con altri mezzi raggiungono Roncisvalle dove hanno la macchina parcheggiata, Romulus e Aurora sono pure loro sul treno per Pamplona e poi proseguono la vacanza con un giro in Provenza.

Io vado in treno fino a Madrid e poi volo fino a Bergamo.
Eh si, a sto giro è davvero finita.
Non credo di dover aggiungere altro a ciò che già ho detto ieri o nei giorni precedenti: non è stata un’esperienza, è stata L’ESPERIENZA!
Oggi nessuna canzone, non ce n’è una migliore come epilogo di quella che già ho utilizzato ieri.
Sono felicissimo di aver fatto questa esperienza e di aver conosciuto tutte queste persone sul Cammino.



È stato il primo ma magari non sarà l’ultimo…chissà!
A chiunque lo volesse intraprendere “Buen Camino!”.

Anzi…Buen Camino de vida!


Buio. Sipario

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