Difficile…davvero difficile avere le idee chiare su dove poter cominciare.
Facciamo che inizio da cenni storici: ho pressoché la certezza che il percorso che ho fatto oggi, se non per alcuni tratti, non sia stato esattamente quello fatto da Sigerico nel 990…con questo non intendo dire di non aver percorso la Via Francigena, ma di aver potuto godere di strade che un tempo non c’erano (qualcuno vuole aggiungere un “grazie al c***o?!?”).
Mi spiego meglio: il percorso attualmente riconosciuto come Via Francigena si basa sul diario che l’Arcivescovo di Canterbury stilò nel suo pellegrinaggio nel quale, a tutti gli effetti, non erano segnalate strade e/o sentieri, quanto i luoghi in cui si fermò a dormire o a chiedere ristoro. In poche parole non potrò mai avere la certezza che oggi i miei piedi o le mie ruote abbiano calpestato gli stessi punti che calpestò lui. Certo è che, avendo visto i luoghi in cui si snoda la Francigena, penso si sia fatto un certo mazzo al tempo…ed io sono comodamente appoggiato su un letto, scrivendo al computer, dopo aver percorso poco più di 50 km.
Pioggia
Diciamo che il buongiorno non è stato proprio dei migliori: sveglia alle 7,30 e fuori il diluvio. Lo sguardo alle cime che contornano Chatillon non era di certo incoraggiante: nuvole ovunque, nere, cariche di acqua. Ma ormai i giochi sono fatti, quindi dopo colazione, in camper con Cibo in versione badante che prepara il caffè, ho iniziato a vestirmi e a preparare le borse.
Alle 8,30 puntualissimi sono arrivati gli amici dell’Avis locale per scortarmi in pick up fino a Saint Rhemy en Bosses, il punto di partenza.
A dire il vero io avrei voluto partire dal Gran S.Bernardo…da più di 1 mese mi avevano avvisato non sarebbe stato possibile causa neve. Non ci credevo…mi sono dovuto ricredere.
Visto che eravamo un po’ in anticipo rispetto all’orario prestabilito per la partenza, Angelo mi ha portato fin dove la strada lo consente: appena 1 km sopra S.Rhemy la strada ad un certo punto si blocca, appunto, per neve! Ma tanta neve!

Salto S.Bernardo
Il meteo nel frattempo non è che stesse migliorando: temperatura di 4 gradi, pioggia misto nevischio…che gioia!
Il mio programma oggi prevedeva più appuntamenti di quelli della visita di un Capo di Stato: ore 10,15 diretta radio con Paola di Radio Proposta in Blu, subito a seguire taglio del nastro da parte del Sindaco di S.Rhemy e poi via!

colsindaco
Corrado, il sindaco appunto, mi è venuto quindi ad accogliere nel “suo” piccolissimo borgo: un ragazzo giovane, molto simpatico, che mi ha anche spiegato che, un tempo, gli abitanti di quella zona erano chiamati “Marroniers” col compito di scortare, a mò di guide alpine, le persone che volevano oltrepassare il valico. Nei tempi di guerra, oltretutto, i locali erano dispensati dall’arruolamento militare in quanto rivestivano i panni di “Soldats de la neige” con lo stesso compito dei personaggi che dicevo prima.
L’exploit del sindaco è stato quando, prima del taglio del nastro, mi si presenta con un prosciutto, intero con tanto di osso, in mano: è il Jambon de Bosses, il prosciutto crudo prodotto all’altitudine maggiore di tutta Europa (a S.Rhemy siamo a 1600 m).


Dopo il taglio del nastro (e dopo il taglio del prosciutto…cosa fai, non lo assaggi?) finalmente è iniziata la Mia Francigena.
I primi 18 km un vero spasso. Quasi. La pioggia continua, ma una discesa infinita mi porta fino ad Aosta: ho patito un pò di freddo, ma ho lasciato andare le ruote e me la sono proprio goduta!
Ad Aosta innanzitutto la pioggia mi ha lasciato tregua.
Vengo accolto dall’Avis locale che mi scorta fino in centro: devo dire che è davvero una città piccola ma molto molto molto bella! Dopo Roma, ovviamente, è la città italiana (o forse europea?…mmm…non ricordo) con più resti dell’antico Impero Romano.
Si aggiunge, in qualità di Cicerone, Marco, l’Assessore alle politiche sociali, che mi accompagna, insieme agli amici dell’Avis, a visitare la piazza del Comune (dove addirittura un troupe della Rai mi accoglie con tanto di riprese ed intervista), poi il bellissimo Anfiteatro Romano, fino a portarmi all’Arco di Augusto.

Anfiteatro romano Aosta
Una goduria per gli occhi! Un città da visitare, senz’ombra di dubbio.
Finiti i saluti e le foto mi rimetto per strada: durante tutto il tragitto sono stato scortato dalle macchine di Angelo, che mi apriva la strada, e da Ornella ed Erika che mi seguivano…era una situazione che non mi sarei mai aspettato! Ma che figo!
La prossima tappa è Fenis: la strada che mi conduce verso questa piccola cittadina è molto agevole. E’ tutto asfalto e, dopo un breve tratto di statale per uscire da Aosta, ci buttiamo su stradine secondarie nelle quali non c’è assolutamente traffico. Ai lati le bellissime montagne che contornano la valle, immensi prati verdi e qualche casa sparsa qua e là.
A Fenis altro incontro con l’Avis locale e col Sindaco: la foto non può che essere fatta sotto al bellissimo Castello!

Castello Fenis
Visto che, come dicevo prima, questa mia prima tappa è stata programmata con tanti incontri, abbiamo del tempo per mangiarci un piatto caldo.
La pioggia ha deciso di smettere definitivamente e per almeno 15 secondi vedo anche il sole: è emozionante. La temperatura non è più maledetta come in mattinata ma diciamo che si sta bene coperti.
Anche perché, per la legge di Murphy, non appena ha smesso la pioggia è iniziato il vento.
Non continuativo fortunatamente, anche perchè, giusto per rendere l’idea di alcuni tratti, ho dovuto pedalare in discesa per andare avanti.
La tappa successiva è a Chambave dove, udite udite, vengo accolto dalla Polizia Locale che blocca la strada per il mio passaggio (anche se a dire il vero non è che ci sia tutto sto traffico) e da un capannello di persone nella piazza centrale che mi aspettano con un buffet: ci sono il presidente dell’Avis locale, il Sindaco, Assessori, il parroco e un gruppetto di persone (tra cui una signora che la Via Francigena se l’è fatta tutta a piedi!).
Mi tocca anche bere un bicchiere di moscato…che faticaccia eh!

Monumento pellegirni Chambave
A questo punto una doverosa deviazione dal “cammino” tradizionale: la prossima tappa è Pontey, sul lato opposto della Dora.
Mi hanno raccontato questa cosa: nella vallata che ho percorso oggi, tagliata dal fiume, si è soliti chiamare i 2 versanti “Adret” e “Envert” (in patois “Dritto” e “Rovescio”). Pontey è “envert”: questo significa che da fine Novembre a metà Gennaio NON VEDONO MAI IL SOLE! Questo perché le montagne alle spalle di quel versante, durante il periodo invernale, coprono tutto il corso giornaliero del sole…che robe!
A Pontey è grande festa: vengo accolto, oltre che dal Sindaco, dai bambini delle scuole elementari che mi aspettano come solo i bambini sanno fare. Giochiamo, ridiamo, ci divertiamo un pò!
Mancano pochi chilometri: l’arrivo a Chatillon è ormai una formalità.
Poco prima delle 17 sono in paese: manco a dirlo, pure qui vengo accolto da Sindaco e assessore e inizio a sentirmi quasi una persona importante! (Scherzo, lo so che sono sempre il solito pirla).

Arrivo Chatillon

Finalmente è giunto il momento di riposarsi un pò: vengo scortato in albergo e mi faccio una doccia bollente. La giornata non è ancora finita…c’è lo show che mi aspetta!
Prima però la cena dove finalmente conosco Alessandro, il comico-rumorista locale, che, nonostante si sia fratturato il perone appena 10 giorni fa, non è voluto mancare.
Tra l’altro, parlando, mi ha raccontato che domani suo figlio 21enne partirà per una di quelle imprese che mi fanno impazzire: farà il giro d’Italia in Ciao! Fenomenale! Lo scorso anno, con un amico, è andato fino a Capo Nord con un’ApeCar, quest’anno questa roba qua.
Vi invito a seguirlo su Facebbok: si chiama appunto “L’Italia in Ciao”.

Il pubblico del Salone della Biblioteca è stato la ciliegina sulla torta di questa giornata fenomenale: abbiamo fatto circa 1h30 di spettacolo. Ci siamo divertiti, si sono divertiti…è stato bellissimo.
L’ondata di affetto che ho ricevuto oggi è la benzina che mi farà funzionare le gambe per i prossimi giorni.
Si dice sempre che i popoli del sud sono i più accoglienti e che i “montanari” sono persone di mentalità chiusa e schivi….mah! Magari è andata bene a me, ma io un accoglienza del genere non ricordo di averla mai avuta.
Ora sono tra lo stanco e il devastato, è passata la mezzanotte…la tappa di domani si prospetta una mezza passeggiata: devo arrivare solo ad Ivrea (dove la sera mi esibirò al Timeless Pub col mio amico Massimo Pica) quindi posso partire con comodo ad orario pranzo.
Se ogni giorno, da qui al 20 Aprile, sarà su questa falsariga sarà una grandissima festa…
Un doveroso ma sincerissimo e grandissimo GRAZIE a tutti i nuovi amici dell’Avis di Chatillon: grazie a Saverio, Gennario, Ornella, Erika, a quelli che non ho conosciuto di persona ma che ho solo incontrato e un grazie speciale ad Angelo che è stato a dir poco fantastico.

Ah…a proposito…pellegrini incontrati: zero. C’è qualcuno che si sta facendo la Francigena adesso?!?

La bicicletta aggiunge vita agli anni che ci sono stati dati” (Life in travel)

Dopo giornate come queste, ritengo di essere una persona veramente fortunata…

Buonanotte con “Lucky man” dei Verve

Oggi 53,9 km

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