In Africa c’è un detto: voi avete gli orologi ma non avete mai tempo, noi non abbiamo gli orologi ma abbiamo tutto il tempo che vogliamo.
Io un orologio non ce l’ho a prescindere, ma essendo un smartphonedipendente ho sempre sott’occhio l’ora. Tranne oggi.
Visto che la tappa da Ivrea a Santhià, come previsto, sarebbe stata molto corta, me la sono presa di un comodo che non ricordo l’ultima volta che ho vissuto a fondo ogni minuto (e, per l’occasione, ogni km).
Questa mattina la sveglia è arrivata verso le 9: ieri sera si è fatto un pò troppo tardi, avrei potuto dormire un’oretta in più, ma la mia badante Cibo ha deciso di telefonarmi alle 9 per sapere se stavo dormendo…Dopo aver risposto “non più” sono sceso per la colazione.
Anche oggi la mattinata è iniziata con un bellissimo sole e la temperatura era talmente gradevole che sono sceso in pantaloncini.
Con una calma estrema, mi sono preparato e sono tornato ad Ivrea (l’albergo era qualche km fuori) dove ieri, lungo il tragitto, avevo notato un negozio di bici: dovevo cambiare i copertoni e, visto che è giusto che ognuno faccia il suo, mi sono detto “ma perché sbattermi?”
Da Bici Sport sono stati gentilissimi oltre che velocissimi: alla fine non mi hanno fatto neanche pagare, quindi li pubblicizzo ancora più volentieri. Cari eporediesi, se avete bisogno di bici quello è sicuramente il posto giusto!

Bicisport

Ho ammazzato un pò il tempo andandomi a bere un ginseng nel bar della piazza centrale, poi, verso le 13, mi sono messo per strada.
Oggi, visto che appunto avevo il tempo dalla mia, ho voluto percorrere tutto il sentiero dedicato ai camminanti: la Via Francigena, così come altri percorsi di questo tipo, solitamente, per chi la affronta come me in bici, non ha sentieri tutti percorribili. Non tanto per il fondo stradale che si alterna tra terra, erba, ciottolato o ghiaia, ma proprio perché in certi punti ci sono scalini o altri ostacoli che non ti permettono di restare in sella.
Se per raggiungere Santhià percorrendo la statale ci vorrebbe non più di 1h30, con tutto il percorso, e con tutta la calma del mondo, mi sono occupato tutto il pomeriggio.
Sono sempre più convinto che se ne debba parlare di più della Francigena: i sentieri attraversano luoghi davvero stupendi e lungo il percorso si incrociano numerosi elementi di notevole importanza storica, oltre ad essere oggettivamente molto belli da vedere.
L’uscita da Ivrea, dopo pochi km sulla statale, devia verso Bollengo: è qui che si trova l’antica chiesa romanica (XI sec.) dedicata ai SS. Pietro ed io.

Chiesa S.Pietro e Paolo
Devo riconoscere che tutti coloro che si prodigano per la Francigena in queste zone hanno segnalato perfettamente il percorso: non ci si può perdere. Quando manca un cartello, sui muri, sui pali o sugli alberi c’è sempre un adesivo o uno stencil ad indicarti la strada giusta da prendere.

Segnaletica
Proseguendo per strade in cui ero l’unico essere vivente, ad un certo punto noto un bellissimo ciliegio: si trova all’interno di un cortile e, mentre scavalco il muretto per andare a fare una foto, compare una signora.
Le chiedo se è possibile fare una foto. “Aspetta che chiedo alla signora, che questo è il suo prato”.
Suona. Si apre una porta. “ROSANNAAAAA!!!! C’è un signore che vuol fare la foto al ciliegio! Puòòòòò?????”.
Dall’alto sento “Aspetta che lo voglio vedere in faccia!”.
Si apre una finestra. Si affaccia Rosanna. Mi guarda un secondo…”Si mi piaci! Hai la faccia simpatica. Ti apro il cancello”.
Mi prendo il mio tempo per le foto e nell’andare via la ringrazio: Rosanna è con l’altra signora sul balcone a fumarsi una sigaretta (ho visto che era un 100’s…voce roca di fumatrice da anni…accento con le O aperte da vera piemOntese). Mi invita a tornare tra maggio e giugno quando l’albero butta le ciliegie perché “ne vengono così tante che molte vanno buttate via”.

Ciliegio Rosanna

Proseguo la strada. Quella che oggi doveva essere solo pianura, in realtà mi regala delle sorpresine mica male…per arrivare a Palazzo Canavese c’è una certa salita e giungo in cima col fiato corto. Oltre ad una bella Torre Campanaria non trovo altre cose interessanti da vedere…
Eppoi c’è la campagna che mi aspetta! Che belli i sentieri!
Proseguo verso Piverone, altra antica Torre Campanaria (XIII sec.) e graziose case ai lati della via principale.

IMG_0687
Uscendo da Piverone un’altra salita, stavolta più difficoltosa perché tutta in ciottolato, mi porta sull’alto della collina dalla quale c’è una splendida visuale del lago di Viverone.

Lago Viverone
In mezzo alle vigne un altro “cimelio” storico: i resti di un’antica chiesa romanica, risalente al XI sec., conosciuta come Gesiun.

Geisun
Entro a Roppolo, o meglio, passo accanto a Roppolo in quanto proseguono i bellissimi sentieri, tra vigneti e campi coltivati, dove intravedo le prime risaie che, a quanto pare, mi accompagneranno per tutta la tappa di domani.
L’ultimo centro prima della mia meta è Cavaglià dove finalmente succede ciò che stavo aspettando da 2 giorni: incontro il PRIMO PELLEGRINO lungo la strada!
È Olivier, uno svizzero francese, che parla francese (velocissimo) e col quale mi fermo una decina di minuti per raccontarmela un po’. Anche lui è sorpreso dal fatto che, dalla partenza, ha incontrato solo un’altra persona lungo la Francigena.

Olivier
In effetti la cosa mi lascia un po’ perplesso…credo sia noto che questo cammino smuova principalmente coloro che vogliono raggiungere Roma per una finalità spirituale o religiosa (o anche entrambe). Quest’anno è anche anno di Giubileo…eppure la Francigena, a livello di pellegrini, almeno in questa prima parte, non ha nulla a che vedere col Cammino di Santiago.
Sarà che l’immaginario comune associa Santiago alla ricerca di qualcosa di mistico.
Sarà che Santiago è molto più conosciuto.
Ma boh? E dire che lungo il tragitto di ostelli e B&B ne ho visti più di uno.
Si insomma, non c’è un’organizzazione capillare come in Spagna, ma fino ad ora non mi sembra di aver visto zone scoperte da alloggi.
Anyway, a parte questi miei pensieri, dopo aver salutato Olivier, proseguo per gli ultimi km in aperta campagna.

Simbolo pellegrino
Ed ecco che evidentemente è la giornata giusta: incontro altri 4 pellegrini, 2 svizzeri e 2 francesi. Chiaramente mi fermo qualche minuto anche con loro: oggi ho dovuto sfoggiare il mio pessimo francese per ben 2 volte. Visto che la loro destinazione è Santhià, li invito al mio spettacolo.
La cosa bellissima è che poi sono venuti! E ridevano! Non so cos’abbiano capito, ma era bellissimo averli tra il pubblico!

Pellegrini lungo la strada

Arrivo a Santhià. Anche oggi l’accoglienza è qualcosa di unico: all’ingresso in paese mi attendono, in bici, alcuni rappresentanti dell’Avis (tra cui la factotum Mirella!) e il Direttore dell’Associazione per la promozione della Via Francigena locale. Scortati dalla Polizia Municipale raggiungiamo la piazza del Municipio dove ad attendermi c’è Luigi, il presidente dell’Avis locale, e il Sindaco Angelo Cappuccio, che poi scoprirò essere un super sportivo: lui si fa le ultra maratone…Insomma, è uno di quelli che corre per 24h di fila senza mai fermarsi. All’attivo ha 160 maratone e il prossimo mese farà un’altra 24h…Chapeau!
Ah dimenticavo…accanto al nostro ritrovo c’è anche un negozio di abbigliamento con la commessa (o forse proprietaria del negozio stesso) più bella d’Italia. Sappiatelo. È bellissima! (no, non so come si chiama, non so chi sia, non so nulla…so solo che è bellissima. Qualcuno di Santhià glielo dica, grazie)

arivo santhià

Ho 2 ore libere. Vengo accompagnato in hotel. Dopo la doccia c’è la cena: questa sera piatti tipici locali tra cui la “panissa”, un risotto ignorantissimo con fagioli, salame e vino. È ancora qua, cortesemente appoggiato sulla curva dello stomaco…Ma domani ho tutto il tempo per smaltirlo…

La serata nel teatrino dell’Oratorio è stato un altro bellissimo momento, di quelli che ti fanno stare bene. Al di là del fatto che stasera sul palco con me c’era il mio amico Francesco Damiano, col quale ormai ci conosciamo a memoria e col quale mi diverto sempre tantissimo, ho avvertito per l’ennesima serata un affetto che mi riempie il cuore.
Se quando salgo sul palco sento un po’ le gambe indolenzite dalla pedalata quotidiana, quando finisco sarei pronto a spararmi altri 70 km come ridere.
Questa sera poi è arrivato Michael a dare il cambio a Cibo come driver del camper: da domani, per 3 giorni, sarà lui a farmi compagnia.

È bello. Mi sto divertendo un sacco. Sento il profumo di primavera in ogni angolo di senitero. Mi sta piacendo tantissimo. Mi piace che, quando sono per strada, le persone che incrocio mi salutano come se fossi un eroe…o forse un matto, che ne so!

Proseguo per la mia strada. Per questo tour che, finora, mi ha dato solo gioie e soddisfazioni.
Stasera o facevano delle gran foto coi flash o c’erano (e credo ci siano ancora) dei lampi della madonna: domani potrei prendere acqua, ma vabbè si vedrà.
La tappa di domani sarà la più lunga di tutto il tour: mi aspettano più di 100km. E’ tutta pianura, ma a Pavia ci devo arrivare. Tanto domani sera mi riposo: niente show. Si può fare. Yes I can.

“Un giro in bicicletta è una fuga dalla tristezza” (J.Starrs)

La canzone del giorno è “Pieno di vita” di Jovanotti: oggi ci sta a pennello.

Oggi 41,9 km
TOTALE 151,5 km (roba da bambini…)

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