E fu così che alla tenera età di 38 anni, dopo credo 6 anni che non succedeva, sono tornato a giocare una partita di calcio a 11, su un campo da calcio. Che poi…un campo da calcio…eravamo nello Stadio del Bologna, il mitico Dall’Ara.
E’ successo tutto per colpa, o grazie, a Edmea, una ragazza conosciuta in un viaggio poco tempo fa, tra le organizzatrici di un torneo con un nobile scopo: il Trofeo Mongoalfiera, per la Onlus Mongolfiera.
Chi sono e cosa fanno c’è scritto qui: http://www.trofeomongoalfiera.it/homepage/il-trofeo-mongoalfiera/mission-2/ (queste sono persone semplicemente da ammirare. Punto.)
La “partita delle stelle“, perchè così si chiamava, era la chiusura di un torneo durato 1 mese, la festa finale. In campo, riporto dal sito, una sfida tra la squadra dei campioni (vecchie glorie della Serie A, personaggi della musica e dello spettacolo, personalità) e la selezione dei migliori giocatori del torneo.
Escludendo le vecchie glorie della Serie A, i personaggi della musica e le personalità, direi che l’invito mi è stato posto in qualità di “personaggio dello spettacolo”…AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!!!!!!
Ho pensato bene di coinvolgere anche il buon Pedrini, che quando c’è di mezzo del calcio potrebbe anche interrompere un amplesso. Per entrare nel mood del calciatore moderno, ci presentiamo allo Stadio indossando le cuffie giganti.
Visto che io ne sono sprovvisto, a differenza di Pedro, nel pomeriggio mi sono fermato dai cinesi per comprare i tatuaggi da applicarmi sul braccio: al giorno d’oggi non puoi essere un calciatore buono se non hai le braccia tatuate.
Così ci siamo ritrovati negli spogliatoi del Dall’Ara a cambiarci con tutti. Sono talmente un “personaggio dello spettacolo” che la mia maglia, la numero 14 per questa sera, è col segnanome FRANCESCHELLI.
Pedro si cambia direttamente accanto a Darione “Tatanka” Hubner, per chi non lo sapesse un bomber di razza, uno di quelli da tanti gol all’anno, poca grazia tanta sostanza, unico in Italia capocannoniere in Serie A, B e C, noto anche per non aver mai nascosto il suo vizio del fumo (uno che tra il 1° e il 2° tempo delle partite si fumava una paglia, tanto per dire) e di una bella grappa sempre dopo il caffè. Se poi ti butta dentra un pallone dietro l’altro chi gli può dire qualcosa?
In squadra con noi, oltre all’idolo, ci sono Binotto, Sussi, Nervo, Giunti (per la cronaca campione d’Italia col Milan nel ’99) e nientepopodimeno che Beppe Signori, attualmente un pò appesantito, ma pur sempre Beppesignori.
Non solo calciatori però: la numero 9 la veste Fio Zanotti, uno dei migliori musicisti/compositori/arrangiatori/produttori/direttoridorchestra che la nostra Patria abbia mai partorito.
Ma io e Pedrini cosa ci stiamo facendo qua?!?
E’ tempo di scendere in campo. Un pò di riscaldamento. Il prato del Dall’Ara è un biliardo, la temperatura è ottima, qualche corsetta e due passaggi col pallone. Si fanno le squadre.
Gioco il primo tempo, in difesa, come succedeva 20 anni fa. OH CAZZO! 20 ANNI!!!
In campo tutti quelli citati prima e altri ragazzi.
Ingresso dal tunnel coi bambini per mano, inno a centro campo cantato da un coro immenso (e da noi calciatori).
Si inizia.
Dopo il primo scatto vedo già i pallini…non sono certo sopravviverò.
Passiamo subito in svantaggio. Pochi minuti e Signori pareggia. Corro sulla fascia sinistra. Mi viene lo sbocco. Ho un primo attacco cardiaco. Guardo il coronometro: sono passati appena 8 minuti. Mi appare Paolo Brosio. Faccio un lancio smarcante per Hubner che neanche quando avevo 18 anni ma il guardalinee alza la bandierina.
Il tatanka però si rifà poco dopo: 2-1 per noi.
Ho rotto il fiato. Ma probabilmente sto rompendo anche alcuni organi vitali. Ricontrollo il cronometro: siamo al 18′.
Ormai ne ho la certezza: morirò in campo.
Dopo 25 minuti, per buona grazia divina (e saggezza dell’organizzazione), finisce il 1° tempo.
Per onestà è giusto riportare anche un mio passaggio sbagliato durante la partita con seguente cazziatone da parte di Giunti: se avessi avuto i piedi buoni magari non sarei andato in giro a dire cazzate…
Dobbiamo giocare tutti: io resto in panchina. Nel frattempo entra Pedro: esce Signori, entra Pedrini. Sembra una barzelletta ma è andata veramente così.
Inizia il 2° tempo. Il nostro 4 (mi voglia molto perdonare ma non ricordo il nome…) fa il golasso: bomba da fuori area e 3-1.
In un contropiede Hubner serve male Pedro (Tatanka sempre idolo ma oggettivamente in questo caso ha fatto un errore) che non riesce a concludere a rete. Pedrini rode.
Gli altri accorciano le distanze: siamo 3-2. Mancano ancora almeno 10 minuti.Il buon Darione si porta a spasso mezza difesa e indovina un pallonetto come ai vecchi tempi: 4-2.
I blu non ci stanno. E corrono. In poco fanno il 4-3 e il 4-4.
The end. Si va ai rigori.
Chi tira? Chi non tira? Io mi metto a disposizione. Un pò in ritardo però…sarei l’eventuale 6°.
Visti i rigori sbagliati, inizio a pensare che mi potrà toccare.
Invece stasera mi si presenta il famoso hasthag #mainagioia e il nostro 5° rigorista, segnando, chiude la serie e la partita. Amen, non ho segnato al Dall’Ara: adesso aspetto di segnare prima al Paolo Mazza e poi a San Siro. Qualcuno mi può invitare?
Foto, saluti, ringraziamenti. E’ stato davvero molto ma molto ma molto figo! Talmente figo che Giovedì 16 la manifestazione saluta questa edizione con una bella serata a Ca’ la Ghironda a Zola Predosa. Per info e prenotazioni c’è tutto scritto nell’immagine sotto.
Io mi esibirò. Mi farebbe piacere invitare tutti: li ho a tutti gli effetti conosciuti solo oggi i ragazzi di Mongolfiera, ma sono talmente splendidi che meritano tutto il bene. Questo è il loro sito: http://www.lamongolfieraonlus.it/
Chi può venga: sarà di sicuro una bella serata con bella gente.
Sapete perchè a me non piace andare a votare la politica? Perchè bisogna votare per persone che promettono che metteranno tutte le cose a posto. Poi non lo fanno. Al contrario di chi, con una limitatissima visibilità, ogni giorno fa del bene e mette a posto delle cose.
Nessuno può cambiare il mondo, ma nel piccolo ognuno può renderlo migliore.
Loro lo fanno e meritano gratitudine e seguito.
Vi aspetto giovedì sera.