Ridendo e pedalando è passato ormai un mese dall’inizio di questa mia nuova avventura.
Sto facendo un mucchio di cose, da certi punti di vista ho già delle grandi certezze, da altri punti di vista è tutto ancora da mettere a posto.
Ma almeno la strada è quella: vada come vada, sull’Himalaya io ci andrò.
La mia “impresa” adesso ha un nome: si chiama DAI.
Ho scelto questa parola perché DAI può fungere da esortazione (presente Gianni Morandi con i pugni chiusi?).
Può essere un’espressione di stupore alla mia affermazione “sai che vado a fare una gara in bici sull’Himalaya?” – “DAI???”
Diventa anche un perfetto acronimo che forma la frase “Dove Arrivo Io”, leggibile con due diverse sfumature: può essere una domanda che pongo a me stesso [“Dove arrivo io?” – “Sull’Himalaya”] o un messaggio di incoraggiamento per tutti con una parte di frase volutamente omessa [tipo…Ragazzi, Dove Arrivo Io vi assicuro che, con un po’ di preparazione, potete arrivarci anche voi]
Questa è la bozza, pressoché definitiva, del logo che mi ha creato un artista che ho conosciuto i primi di Gennaio: si chiama Jules (in realtà Giulio), è di Crema e, viste le sue opere, mi ha subito colpito il suo stile.
Molto street artist, fresco, creativo. Gli ho chiesto se gli andava di farmi il logo: eccolo qua!
A mi me gusta!
Il 2 Gennaio, come già detto nel post precedente, ho iniziato la preparazione atletica.
Il 4 ho finalmente conosciuto di persona il mio preparatore atletico che è questo in foto.
Ci siamo capiti al volo ed abbiamo immediatamente basato il nostro rapporto su un’ottima confidenza ed con estrema onestà: non me lo sarei ovviamente permesso se non avessi trovato un ragazzo “per bene”, giovane, preparato e che sa il fatto suo.
L’ho subito amichevolmente soprannominato Adolfo per i metodi severi (che poi è mica vero che sono severi) necessari ad una preparazione.
Lui è Luca Festa, laureatosi alla facoltà di Scienze Motorie dell’Università di Verona, dove attualmente è anche dottorando, oltre ad essere il preparatore atletico di diversi atleti, nonché di una squadra professionistica di ciclismo (che al momento mi è stato chiesto di non citare per questioni di sponsor…).
Il giorno dopo il nostro incontro, per dire, è partito per Maiorca con la squadra per una decina di giorni di preparazione in un luogo con una temperatura un po’ più igienica di quella che c’è da noi (o che perlomeno c’è stata fino a pochi giorni fa).
Proprio questa cosa è stata finora una delle difficoltà più grandi: il doversi allenare, all’aperto, nonostante le temperature che invitavano a tutto pur di uscire di casa solo il tempo necessario ad uno spostamento auto-luogo di arrivo e viceversa.
A differenza di quanto dichiarato nel primo post, alla fine non mi sono realmente allenato tutti i giorni: diciamo che in questi ultimi 30 giorni ho saltato interamente 2 giornate, ed in altre (4 per l’esattezza) mi sono “limitato” ad esercizi a corpo libero con plank [che credevo una passeggiata ed invece mi ammazza], addominali e stretching.
Addominali….io…Ma mi ci vedete col tappetino in casa a fare gli addominali?
Per imparare bene i movimenti sono anche andato dai miei amici della Palestra Fitness Light di Mirabello che mi hanno fatto da maestri (e vi assicuro che se andate in quella palestra siete trattati coi guanti).
Ma più che altro, mi ci vedete a Londra, nella camera d’albergo, a fare gli addominali appena sveglio sulla moquette ai piedi del letto, prima della colazione e di una passeggiata in Carnaby, sul Tamigi e in Portobello?
No perché se non mi ci vedete, vi assicuro che è successo realmente.
Era il 25 Gennaio. Lo giuro.
Non avrei mai pensato di avere la forza di seguire così diligentemente il mio programma di allenamenti: sono un fottuto secchione!
Anche perché, oltre a questi esercizi, va aggiunto il porta biciclette attaccato alla macchina ormai da 1 mese (per il semplice motivo che montare quell’aggeggio significa dedicarsi alla bestemmia creativa, quindi una volta su è bene ci resti più tempo possibile) perché se ho serate o impegni lontani da casa posso portarmi la bici ed allenarmi dove sono.
Questo è successo il 5 Gennaio a Castelfiorentino quando il giorno dopo mi sono ripercorso un tratto della Via Francigena che avevo fatto lo scorso Aprile (fino a San Gimignano), il 12 Gennaio a Viareggio, dove i miei amici di Bogus Lab ne hanno approfittato per le prime riprese video e dove ho beccato la grandine (ziotoro! La grandine! A Gennaio!), il 13 Gennaio a Brescia, il giorno dopo una nevicata che mi ha portato a pedalare su percorsi imbiancati e ad impedirmi di bere dalla borraccia perché si era GHIACCIATA!!!
Il 23 Gennaio nei pressi di Olgiate in un bellissimo percorso lungo gli argini dell’Olona, il 28 Gennaio, in una soleggiata quanto fredda mattinata, nelle campagne tra Casier e Treviso.
Eppoi (lo so non si scrive così) anche l’alimentazione!
Sono stato dalla dottoressa Marianna Daldoss, colei che adesso è diventata la mia nutrizionista.
Molto carina e gentile, in base al programma di allenamento di Luca mi dice cosa e quanto mangiare: ne gioverà la mia preparazione.
Cioè…non è che mi provochi goduria il rinunciare ad una birra, ma avrò tempo per concedermela. Da qui a Luglio potrà anche capitare dai (Marianna se stai leggendo questo sappi che è solo per fare il grosso coi miei amici: non bevo!), dopotutto lo sgarro fa bene alla mente.
Il 1 Febbraio poi sono stato alla Facoltà di Scienze Motorie dell’Università di Verona dove il mio coach mi ha fatto fare il primo di diversi test che dovrò affrontare.
Un test sulla resistenza e sulla mia capacità di produzione di ossigeno ed utilizzo delle mie energie.
Non sono certo di aver spiegato bene in cosa consista questo test, ma fatto sta che mi sono trovato su un tapis roulant con una maschera stile Hannibal Lecter a correre per un totale di una quarantina di minuti divisi in diversi step con prova finale portata fino al “finchè ne hai”.
Ne ho “avuto” ad essere sincero, anche di più di quel che potevo immaginare, credo di essere stato abbastanza bravo.
Alla fine questo test produce una serie di numeri e grafici la cui comprensione, per me, è pari a quella di un libro scritto in cirillico, ma, come mi ha detto Luca, “ci siamo”.
Ovviamente tutto correlato al fatto che siamo solo al primo mese e che i margini di miglioramento sono molto ampi.
La cosa che mi sta sorprendendo di più è che tutto ciò non mi sta pesando assolutamente e, anzi, la mia priorità al momento è quella di programmare la preparazione: il resto lo faccio comunque, ma le priorità sono altre.
La prossima settimana inizierà una seconda fase di allenamento, compreso di bici da corsa con la quale dovrò macinare diversi chilometri.
Mi spiace non riuscire a postare subito i due gioiellini che il mio primo partner di questa avventura mi ha messo a disposizione per allenamenti e gara, in quanto li ritirerò proprio in settimana.
Sto parlando di Scapin, marchio che contraddistingue da anni il top della gamma in ambito di biciclette.
Grazie a Gianluca Barbieri, organizzatore degli IMA Awards (il circuito di gare MTB marchiato, appunto, Scapin), sono entrato in contatto con Alberto Pizzo e Michela Fontana, rispettivamente il designer e progettista delle bici (tra cui la nuova e stupenda Oraklo) e la “Signora” Olympia Cicli, il marchio che è a capo di Scapin, che, oltre ad essere proprietaria del gruppo si occupa della direzione commerciale.
Sono i primi che hanno accolto con entusiasmo questa mia iniziativa e si sono immediatamente messi a disposizione per aiutarmi nel mettere in piedi la mia impresa: vada come vada a loro va la mia estrema gratitudine.
Lunedì vado a ritirare le bici che sono state settate appositamente su di me: inizio a credere davvero di essere sulla strada per diventare quasi un ciclista serio…Quasi eh!
Per concludere: ho attivato anche una mail relativa a tutto ciò che farò, così qualora qualcuno mi volesse scrivere lo potrà fare tranquillamente all’indirizzo dai@paolofranceschini.org
Tra i “qualcuno” ci fosse anche qualche potenziale sponsor che magari mi cade dall’alto…beh…mica lo butto via!
Basta. A breve nuovi e gioiosi aggiornamenti, non solo sul mio corpo ma anche su tutto ciò che si sta muovendo.
L’entusiasmo è alle stelle già adesso che mancano ancora 5 mesi: sarà una bella cavalcata.
Voglio anche dedicare una prima canzone all’impresa che è questa opera d’arte dei Coldplay: Up & up
DAI!