dai

Non si può tornare indietro – nemmeno di un minuto – è la regola di questo gioco…

Inizio così, con questa CIT. di Jovanotti, anche perché non ho nessuna intenzione di tornare indietro.

Anzi!

Mentre i maturandi del Liceo si trovavano ad affrontare un problema che parlava di come far funzionare una bici con le ruote quadrate, la mia Oraklo by Scapin, con le ruote rigorosamente tonde, veniva imballata, pronta per raggiungermi a Malpensa.

In questo momento, mentre sto scrivendo, la mia bici è già là e contemporaneamente,sul mio letto, c’è il delirio più totale, con il solito ritornello che riecheggia nella mia testa prima di ogni partenza: ho portato tutto? Mi sono dimenticato qualcosa?

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Di certo, almeno per la gara, ho tutto ciò che serve: Daniele e Marinella, i creatori del marchio DaMa Sports Wear, mi hanno fatto qualcosa di super bellissimissimo e, se anche non sarò il più veloce sui pedali, sicuramente sarò il più bello!

DaMa

Che tempo farà lassù? Boh! Ad oggi le notizie dicono che negli ultimi giorni ci siano state giornate soleggiate, ma quando si sale di quota il tempo è più imprevedibile dell’umore di una donna col ciclo e, visto che là il ciclo lo devo usare io, è l’unico punto interrogativo che mi porto via.

Anche perché se penso ad una ventina di giorni fa quando ero sullo Stelvio, la giornata della “scalata” era di sole splendido splendente ma con una temperatura che faceva stingere le chiappe…e sullo Stelvio si parla di una quota massima di 3000m, mentre là parto da 3500 a salire.

Vabbè, si vedrà.

Una cosa però è certa: sarò praticamente irraggiungibile per 2 settimane. Forse a Leh della linea dovrei trovarla, ma durante la gara, ovvero dal 3 all’8, siamo totalmente isolati: no telefoni, no internet. E se devo dirla tutta, a me questa cosa non dispiace neanche più di tanto…

6 mesi. 6 lunghi mesi.

Anzi non è vero…6 mesi da quando ho iniziato la preparazione, poi devo aggiungere anche Dicembre che è stato il mese in cui mi sono fatto venire in mente quest’idea ed ho iniziato a darle forma.

Quindi riparto.

7 mesi. 7 lunghi mesi.

Non ricordo di aver mai avuto un’attesa così lunga per qualcosa. O forse anche si, ma niente mai mi ha portato a stravolgere totalmente la mia quotidianità per un evento.

Dal 2 Gennaio ho iniziato la preparazione buttandomi anima e corpo in quest’avventura che è stata la priorità su tutto, giocando a voler diventare un atleta o, perlomeno, una cosa simile: a 39 anni ho avuto la certezza che non è mai troppo tardi per fare qualcosa.

Prima gli allenamenti e gli impegni legati all’Himalaya, poi tutto il resto.

Vado a prendermi ciò che mi sono costruito giorno dopo giorno per 7 lunghissimi mesi.

Non sto nemmeno a ripercorrere tutto quel che è successo perché starei qui a scrivere per 2 giorni, ma la sensazione che ho dentro è una delle cose più adrenaliniche che abbia mai provato.

Come dicono i croupier “les jeux sont faits”: non devo fare nient’altro che arrivare là a Leh ed aspettare la gara.

Che poi, a dirla tutta, la gara alla fin fine è solo il fil rouge di tutta questa bellissima esperienza. Ce la metterò tutta per portarla a termine nel migliore dei modi, ma, per dire, dovessi anche arrivare ultimo la mia vittoria la porto a casa lo stesso.

Anzi, ho chiesto all’organizzazione di creare diverse categorie: ci sarà ovviamente una classifica generale e assoluta, ma io punto a vincere la categoria “Nati l’11 Ottobre 1977 a Ferrara”.

Ecco su questa potete anche scommettere degli euri che forse qualcosa vincerete.

Con me, oltre agli altri avventurieri, ci sarà Giuseppe che si occuperà di tutte le riprese per il docufilm. Tra tutti i ragazzi di Bogus Lab, ho scelto Beppe perché per affrontare delle imprese in alta quota c’è bisogno di persone che abbiano esperienze di altura: il luogo più alto in cui è stato Beppe sono le colline toscane e vive a Viareggio, 0 metri sul livello del mare. Tutto sotto controllo.

Questa cosa mi fa ridere. Tanto. Ma noi siamo dei supereroi e Beppe è pronto con camere, telefoni, GoPro, carta, penna e calamaro. No, non è un errore del correttore: lui è un uomo di mare ed io faccio battute di merda.

Giusto per un veloce resoconto degli ultimi 10 giorni pre partenza, mi piace ricordare alcune cose belle che ho fatto.

Giovedì 15 ho fatto un test al CeRiSM di Rovereto, in collaborazione con l’Università di Verona e grazie all’intervento del mio coach Luca, dove ho potuto testarmi in condizioni di alta quota.
In questo centro c’è una camera ipobarica che simula diverse possibilità di altitudine. Sono entrato a 3000m e nel giro di un’oretta mi sono ritrovato a 4300.
Nessuna sensazione di malessere: semplicemente mi sono accorto che a pedalare ci si affatica un pò prima e, grazie alle indicazioni che mi sono state date, so fino a che punto potrò spingermi se vorrò arrivare alla fine ancora nelle condizioni di saper coniugare i verbi e di ricordarmi come mi chiamo.

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Martedì 20 c’è stata poi la conferenza stampa presso la Sala dell’Assemblea Legislativa della Regione Emilia Romagna: solo a scrivere dov’ero ci ho messo una settimana. (Il servizio di Telestense)

Non nascondo che sapere di avere l’appoggio della Regione fa molto piacere: con la dottoressa Simonetta Saliera, la presidente [e non presidentessa sennò la Boldrini si incazza] dell’Assemblea (qui parla di me), si è parlato di come sviluppare il progetto una volta rientrato e, nonostante la parte più complicata, ovvero il montaggio e la scelta tra 6 mesi di riprese, deve ancora venire, sono già estremamente entusiasta. Ci sarà parecchio da fare al rientro, ma vivo in tranquillità: ho ottimi collaboratori che mi affiancano e sarà tutto molto più semplice di quanto possa sembrare al momento.

Conferenza

Nella stessa giornata, ma al pomeriggio, ho fatto l’ultimo test: non so se le donne in gravidanza facciano tanti test quanti ne ho fatti io in questi 6 mesi…
Visto l’appoggio e la grande disponibilità della Dott.sa Cogo mi sembrava cosa buona e giusta verificare ulteriormente le mie condizioni. In compagnia dei ragazzi di Esercizio Vita sono stato nel laboratorio dell’Ospedale Sant’Anna e mi sono messo nuovamente a pedalare totalmente cosparso di elettrodi, fili, maschere, spirometri, cannule e fascia per la pressione.
Morale alle stelle: il test ha dato ottimi risultati.
Mi sono comunque chiesto se tra Luca, Esercizio Vita e la Dott.sa Cogo mi stessero prendendo per il culo o fossero seri…perchè ho pensato: o mi dicono che va tutto bene per infondermi coraggio o sono veramente in uno stato di forma eccellente.
A quanto pare è la seconda. In effetti mi sento particolarmente in forma, poi si vedrà!

Ultima, proprio in ordine cronologico, la bellissima serata a Sirmione per presentare l’Oakley TriO, ovvero l’ormai consueta gara di Triathlon della bellissima cittadina, in compagnia di campionissimi della specialità. Come nella didascalia ripresa dal mio profilo instagram, in questa foto ci sono 6 partecipazioni alle Olimpiadi (con ottimi piazzamenti, tra l’altro) e medaglie d’oro a Campionati Italiani, Europei e Mondiali su ogni distanza esistente nel Triathlon (Ironman compresi).
La tipica foto che guardi e ti chiedi: e io che cazzo c’entro?

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Bon. Ci siamo. Ci sono.

Talvolta credo sia evitabile, ma a sto giro mi cresce proprio da dentro la voglia di dire dei GRAZIE grandi come l’Oceano, anche se a tutti gli effetti i veri ringraziamenti saranno i titoli di coda al mio rientro. Avrei da ringraziare davvero decine e decine di persone: anche chi mi ha detto solo una volta, così di sfuggita, un DAI sappia che ha la mia più immensa gratitudine ed è un tassello fondamentale di questa avventura.

Ci sono però delle persone che hanno avuto un ruolo totalmente fondamentale, persone senza le quali in questo momento non avrei un biglietto in mano e lunedì mattina, invece di prendere l’aereo, sarei probabilmente stato a letto.

Alberto Pizzo e Michela Fontana di Scapin (e di conseguenza grazie a Gianluca Barbieri per avermici messo in contatto), i primi ai quali ho esposto il mio progetto, al tempo ancora estremamente fumoso, e che, solo dandomi le bici per allenarmi e per affrontare la gara, mi hanno dato la spinta per capire che la mia era dopotutto una buona idea.

Luca Festa, il mio coach, che all’inizio ha usato più il bastone che la carota ma che ha saputo trasmettermi nel modo giusto il metodo da utilizzare per allenarmi. E che mi ha messo in contatto con Marianna Daldoss, la nutrizionista, la quale mi ha spiegato cose fondamentali sull’alimentazione legata ad allenamenti intensivi (e che io, asino, ho messo in pratica male all’inizio, bene dopo il secondo incontro).

Stefano Merzi e tutta la Wheels Whitout Borders, ovvero gli organizzatori della gara. A Stefano va un grazie a caratteri cubitali. Anzi, cubitalissimi. Lui sa bene perché, io anche. Non vado oltre, ma grazie.

Gabriele Manservisi e il Gruppo Lumi. A fine Febbraio, grazie ad un incontro pianificato dal mio commercialista Ennio (ti pago ancora le parcelle ma grazie di cuore), conosco Gabriele che, in compagnia di Giovanni e Riccardo, si dice interessato a seguire il mio progetto e a finanziarlo. In quel periodo ero alla ricerca di sponsor e questo incontro cadde a pennello.
La trattativa è durata qualche settimana, costellata da diverse beghe legali da mettere a posto che sembravano i classici bastoni tra le ruote, ma poi tutto è andato come doveva andare.
Dico solo una cosa: CHI e PERCHÈ avrebbe dovuto prendersi un “mal di pancia” come me, con un’idea di questo tipo, e crederci fino al punto di mettere insieme un baraccone che manco gli atleti professionisti? CHI e PERCHÈ si sarebbe dovuto buttare in un’avventura con così pochi mesi di pianificazione e, soprattutto, entrare in gioco quando alcune scelte erano già state fatte e non potevano essere cambiate? CHI? PERCHÈ?

“Chi” è appunto Gabriele. “Perché” non lo so, lo si dovrebbe chiedere a lui. Ma provo qualcosa di profondo nei confronti di chi non si fa troppe seghe mentali e che segue più la pancia che la testa, perché in questo caso così si doveva fare: un bel salto nel buio solo perché la pancia ha detto SI.
Ecco, questi sono i miei simili e sebbene io e Gabriele, nonostante quasi coetanei, abbiamo uno stile di vita totalmente differente, ritengo che la nostra lampadina dell’intuizione abbia un interruttore uguale. Nè io né lui sapevamo cosa sarebbe successo e tutt’ora non sappiamo cosa succederà: tuttavia abbiamo la certezza, e non so perché, che la strada è quella giusta.

Ovviamente legato a Gabriele c’è poi un grazie di una tonnellata per avermi messo nelle mani dei fantastici ragazzi di Esercizio Vita, della Dott.sa Annalisa Cogo e della mia adorata psicologa Marisa Antollovich, un team di professionisti estremamente competenti: non so se avrei potuto trovare di meglio.

Grazie Gabriele, grazie.

Siamo una squadra fortissimi!

Si dice che tutto ciò che succede è perché uno se lo cerca, nel bene e nel male. Io ci credo.
È per questo che ringrazio anche me, semplicemente per non aver mollato fino ad oggi, per aver avuto il coraggio di cambiare le mie giornate e le mie abitudini, tra cui quella di aver scelto di bere acqua piuttosto che una birra in serate in cui uscivo con gli amici increduli (però l’11, quando torno, un Negroni me lo bevo!), per aver si traballato qualche volta e per essermi chiesto in alcune occasioni “ma che cazzo sto facendo???” salvo poi essermi rimesso in carreggiata subito ed essermi risposto “sto facendo la cosa più bella del mondo: sto vivendo!”.

Si, proprio questo: sto vivendo. E parto senza alcuna aspettativa ma solo con un grandissimo entusiasmo e con quella determinazione che mi ha spinto fino ad oggi con l’obiettivo di raggiungere i luoghi più alti del Pianeta, affrontando una gara in bici semplicemente esortandomi, giorno dopo giorno, con una semplice e piccola parolina: DAI.

Vado a godermela. Grazie davvero a tutti quelli che in un modo o nell’altro mi stanno sostenendo: siete più preziosi di quanto non possiate credere.

Un pensiero riguardo “Si parte!

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