[il breve video della mattinata lo trovi qui]
Questa mattina ho voluto partecipare al Friday for Future: trovandomi a Napoli ho ovviamente scelto di restare in città per vedere cosa sarebbe successo.
In due parole? NU BURDELL! (ps – da quanto ho imparato per ora, nel napoletano molte espressioni hanno diverse sfumature a seconda del contesto in cui si utilizzano. Magari ho utilizzato la parola errata, ma io lo intendo in senso positivo)
Non saprei quantificare la massa di persone che si sono riversate per strada, partendo da Piazza Garibaldi, antistante la Stazione Centrale, per arrivare fino in Piazza Dante.
Ovviamente la maggior parte erano studenti delle scuole superiori, tuttavia il corteo era pieno anche di persone fuori età scolastica, chi con lo scopo ben preciso di rivendicare attenzioni a proprie problematiche (sempre in tema ambientale, of course), ma anche chi era lì semplicemente per sostenere questa iniziativa.
Facciamo che inizio subito a placare i borbottii di chi è contrario a queste tipologie di manifestazioni.
A cosa servono?
E chi lo sa? Intanto servono a far vedere che un numero elevato di persone ha a cuore un determinato tema. Dopotutto, in contemporanea, si sono svolte altre migliaia di manifestazioni in tutto il mondo: mica ‘na robetta…
Seee…la maggior parte sono studenti che ne approfittano per non andare a scuola. Perché le manifestazioni non le fanno a metà Luglio quando sono in vacanza?
Ottima osservazione Watson!
È vero, è verissimo. Molti dei ragazzi che erano in giro con cartelli pieni di slogan, alcuni anche divertentissimi, si sono trovati in mezzo a qualcosa che magari nemmeno sanno, con la spensieratezza che caratterizza la maggior parte degli adolescenti e con la gioia di essersi magari salvati da un’interrogazione o una verifica.
Tutto vero.
Ma permettimi di dirti una cosa, oh mio caro critico che stai pensando a ciò: non è forse vero che mangi i biscotti del Mulino Bianco perché, consciamente o inconsciamente, sei bombardato 7 su 7 da pubblicità che ti invitano a provare i “nuovi gustosissimi biscotti da oggi anche senza olio di palma”? Non brami lo smartphone di ultima uscita perché fa delle foto nitidissime e dei video spettacolari solo perché ad ogni angolo in cui ti giri trovi delle pubblicità dei telefoni?
Non è altresì vero che credi, magari non tu ma tanti altri si, che l’Italia è invasa dagli stranieri che ti stanno rubando il lavoro campando sulle tue spalle perché tu e solo tu paghi le tasse e sei sempre corretto, pulito, ineccepibile, bravo e ligio alle leggi?
Ecco, per lo stesso concetto, molti di quei ragazzi si sono trovati in mezzo ad una manifestazione sicuramente più per farsi una canna, urlare cori, sventolare bandiere e striscioni senza saperne bene il significato, ma erano lì.
E dai oggi, dai domani e dai dopodomani, magari qualcosa succede a livello della loro coscienza.
Vederli agitare cartelli con scritto “plastic free” li porterà, forse, a scegliere di utilizzare prodotti in plastica con un po’ più di testa nel futuro.
Vederli rispondere a domande di giornalisti con frasi fattissime, delle quali probabilmente non sanno nemmeno il significato, li toccherà prima o poi nella coscienza e nella consapevolezza di capire che le auto non sono il diavolo, la plastica non è sempre un cancro, i cibi confezionati non sono il male assoluto, gli allevamenti non sono tutti da vedere come nemici.
È proprio per questo semplice motivo.
Stimolare la consapevolezza. Avere un buon esempio.
Sai perché siamo spesso così stronzi tra noi esseri umani? Perché essere stronzi è socialmente accettato. Perché il rispondere ad uno schiaffo con un altro schiaffo è ritenuto giusto.
Perché, soprattutto, siamo in un Mondo strano in cui è più normale correggere gli eventuali difetti invece delle prese in giro.
Avere consapevolezza significativa questo. Ogni giorno, ogni ora, ogni momento, ognuno di noi sta dando un contributo per il benessere di tutti.
Se oggi io, e faccio uno stupido e semplice esempio, non utilizzo l’auto ma la bici, ho contribuito alla NOSTRA salute in quanto: mi mantengo in forma -> se sono in forma probabilmente avrò meno bisogno del medico -> se non avrò bisogno del medico lascio spazio a chi ne ha bisogno e così i contributi per mantenere gratuita la sanità andranno a buon fine -> non ho prodotto inquinamento -> ho fatto poco ma ho comunque fatto la mia piccola parte per rilasciare meno schifo nell’aria.
Capisci?
Domani dovrò prendere un aereo? E vabbè, lo prenderò. Mica è il mio mezzo di trasporto quotidiano.
Si rinchiude tutto nella metafora delle patatine fritte (o della Nutella, dipende dai tuoi gusti): se le mangio tutti i giorni inizierò ad avere inevitabilmente problemi di salute.
Lo stesso discorso vale per i mezzi di trasporto inquinanti, per l’utilizzo della plastica, per la carne che deriva dagli allevamenti intensivi e blablabla: con la testa sono dell’idea che si possa fare qualsiasi cosa.
Per concludere.
Poco più di un paio di anni fa uscì al cinema uno dei film più belli degli ultimi tempi: Dio esiste e vive a Bruxelles.
Se non l’hai visto te lo consiglio vivamente.
All’uscita dalla sala ero totalmente entusiasta! Ma sentii dei commenti di chi, tra l’altro, era proprio nella fila dietro la mia.
E partirono critiche alla “storia assurda e inverosimile”, a “certo che scegliere quell’attore per interpretare il ruolo di Dio è stata proprio una scelta scellerata”, a “vabbè le solite cazzate”.
Ecco. Lascio sempre di cuore che ognuno possa esprimere le proprie opinioni: è sacrosanto.
Ci sta anche che il film non sia piaciuto, mi va benissimo!
Ma quei commenti sottolineavano una cosa: non era stato capito il senso del film.
Non era stato compreso il messaggio.
A livello tecnico riconosco pure io che si poteva fare qualcosa di meglio, ma il mio giudizio è tale e quale a quello di chi, quando finisco uno spettacolo, mi viene a dire che lui quella battuta l’avrebbe detta diversamente.
È lo stato emotivo quello che conta. Su YouTube puoi trovare, free, il film “La profezia di Celestino”: ti avviso che è fatto malissimo, gli attori sono dei cani e il montaggio sembra fatto con Mediaplayer.
Ma è un film bellissimo! Ha un messaggio stupendo!
Cosa volevo dire con questo?
Che la tanto amata e odiata Greta Thunberg può avere alle spalle qualsiasi potere forte o qualsiasi interesse, ma è stata in grado di smuovere delle coscienze.
A me non interessa che sia una ragazzina, che abbia (a quanto dicono) dei problemi, che sia il burattino di qualcuno.
A me interessa il messaggio che ha lanciato e la cosa che mi piace di più è che, a quanto pare, questo messaggio sta interessando tantissime altre persone.
Nella vita si può cambiare: la mia più grande coerenza è quella di essere sempre stato incoerente.
Fino a 6 anni fa avrei asfaltato i ciclisti, ora guai a chi mi tocca la bici.
Fino a qualche anno fa ritenevo gli ambientalisti più dei rompicoglioni che altro: ora non mi ritengo ASSOLUTAMENTE della categoria ma ho capito che certe cose, per il bene mio e della collettività, è bene non farle o farle con del criterio.
Ci ho creato uno spettacolo e continuerò a ripeterlo all’infinito: per qualsiasi cosa NON È MAI TROPPO TARDI per agire.
MAI!
La Terra non ha bisogno di essere salvata: lo sa fare benissimo da sè.
Siamo noi che dobbiamo imparare come salvarci.