In questo momento sono seduto nel salotto di casa a Napoli. Di fronte a me vedo, in lontananza, il Vesuvio.

Lo vedo dal mio punto di vista. Sulla sinistra il Monte Somma e, poco più alto, sulla destra, il cratere del vulcano.

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[che poi, a dirla tutta, da seduto il Monte Somma è coperto dall’albero]
Se la stessa descrizione fosse chiesta ad un’altra persona, seduta come me in casa sua di fronte alla finestra ma, per esempio, a Sarno, ovvero più o meno ad una distanza simile alla mia ma dalla parte opposta, direbbe invece che il Monte Somma si trova a destra e il Vesuvio a sinistra.

Entrambi stiamo vedendo il Vesuvio, entrambi lo guardiamo dalla finestra, entrambi lo stiamo descrivendo, tuttavia io lo vedo da un lato e lui dall’altro.

Ogni cosa che viviamo ha inevitabilmente diversi punti di vista e questo comporta anche avere inevitabilmente un concetto differente, talvolta esattamente opposto, di una stessa cosa.

Il fatto è: chi ha ragione? Mi pare evidente che la risposta esatta sia ENTRAMBI.

Per questo motivo ritengo che le caratteristiche che sarebbero da sviluppare al meglio sono l’atteggiamento e l’apertura.

Il mio punto di vista non può essere sbagliato, ma anche il punto di vista di chi non la pensa (o non la vede) come me non ha motivo di non essere ritenuto giusto.

Il grande intoppo nasce nel momento in cui ci sentiamo feriti o sconfitti dalla situazione specifica.

Se si trattasse sempre della vista del Vesuvio credo non nascerebbero chissà quante discussioni: io lo vedo così, l’altro lo vede al contrario.

È tutto il resto che ci succede che provoca dei tilt.

Nel lavoro, nei rapporti di coppia, nei rapporti di amicizia, nel credo religioso o politico, nel tifo di una squadra.

Siamo tutti uguali eppure diversi: uguali perché ognuno ha il suo punto di vista, diversi perché, appunto, ognuno ha il suo punto di vista.

Ci sono cose oggettivamente giuste o sbagliate?
Una sorta di buonsenso porterebbe a dire che SI, alcune cose sarebbero effettivamente da condannare ed evitare, ma prima, a mio avviso, sarebbe sempre bene contestualizzare.

Ovvio che qualsiasi tipo di violenza gratuita, fisica o verbale che sia, non ha senso che venga capita, compresa o contestualizzata, eppure anche in questo caso, scavando a fondo, si potrebbe trovare una qualche attenuante che, sebben non giustifichi l’atto, può perlomeno dargli un perché.

Credo di trovare tutti d’accordo nell’affermare che uccidere qualcuno sia sbagliato. 

Tuttavia se si trattasse di una reale ed inevitabile legittima difesa?

Anche questo scritto può incontrare chi non la pensa come me.
Non mi dispiacerebbe confrontarmi con un punto di vista totalmente contrario al mio, per prenderlo in considerazione ed avere eventualmente la possibilità di farmi un’idea diversa.

Perché è aprendosi al punto di vista differente che si cresce.

La scrittrice Lisa Alther dice una cosa che mi trova estremamente d’accordo:
“Sono convinta che il grado di intelligenza di una persona è riflesso dal numero di atteggiamenti discordanti che è capace di avere sullo stesso argomento”.

Non a caso il mio stato su whatsapp recita “Mi piace cambiare idea. Non è vero.”

Mi pongo quindi una domanda: esiste un punto di vista unico ed inconfutabile?

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