
È iniziata la SETTIMANA EUROPEA DELLA MOBILITÀ .
Cos’è? È un’idea nata 19 anni fa che racchiude una serie di iniziative atte a sensibilizzare TUTTI riguardo la situazione, ormai (quasi) fuori controllo, dei problemi ambientali, molti dei quali dovuti, appunto, ad un aumento smisurato delle emissioni di CO2 negli ultimi anni.
[quando hai finito di leggere la mia filippica puoi vedere da questo link di cosa si tratta nello specifico]
Può avere un valore fine a se stesso fino a quando non si raggiungerà una “massa critica” in cui la maggior parte degli abitanti del pianeta non si renderà conto di ciò che succede realmente sotto ai nostri occhi.
Nessuna intenzione di fare l’ambientalista di turno: semplicemente un doveroso atto di coscienza.
Sono il primo io ad utilizzare l’auto, sebbene negli ultimi tempi veramente di rado, a prendere, talvolta, degli aerei, sebbene nell’ultimo anno sia capitato solo 1 volta, e a contribuire a tutto ciò.
Ma da un po’ di tempo, meglio tardi che mai, mi sono accorto che si può fare anche in un’altra maniera.
Non sto qua a fare il professorino della minchia e nemmeno il guru di STOC***O, ma ho iniziato ad osservare e non posso fare a meno di sentirmi complice di tutto ciò: proprio per questo mi sento nelle condizioni perlomeno di provarci a fare, pure io, il sensibilizzatore.
Mi si potrà dire qualsiasi cosa: che esistono troppi catastrofisti, che la natura è ciclica, che ho rotto le palle con ste menate. Qualsiasi cosa. E lo accetto.
Ma non rinuncio a fare ciò. Puoi anche fermarti qui se vuoi, ma se ti avanzano 2 minuti prosegui.
Il fatto che nell’ultimo anno avrò usato la mia macchina si e no 10 volte, che stia cercando di accumulare sempre meno spazzatura possibile, che mi muova principalmente in bici o a piedi, che stia attento a non fare sprechi di nessun genere, NON fa di me un eroe, NON fa di me un modello da seguire e NON mi mette nelle condizioni di ergermi a paladino del bene.
Per quanto posso, cerco di muovermi nel miglior rispetto della Terra su cui viviamo.
Non pretendo di essere niente di più di una piccolissima gocciolina in un immenso Oceano.
Tuttavia non posso che sentirmi affine al famoso detto che “tante piccole gocce formano (appunto) un Oceano”.
Dopotutto, ragionandola al contrario, tutti quelli che negli anni se ne sono andati via dalla spiaggia rosa di Budelli in Sardegna con un bicchierino o una bottiglietta di sabbia pensavano la stessa cosa: “che sarà mai per un bicchierino di sabbia?!?!?”.
Quel “che sarà mai” ha fatto si che, dal 1998, la spiaggia non sia più accessibile (se non per brevi visite guidate) in quanto la sua particolarità e, di conseguenza, il suo ecosistema sono state messe a serio rischio dall’egoismo dell’uomo che non pensa mai a quanto un piccolissimo gesto, anche uno solo, può essere così impattante per tutti.
Se il bicchierino di sabbia lo avessero preso solo in 10 vabbè, il “che sarà mai” poteva valere.
Ma considerato che questo gesto è stato moltiplicato per migliaia e migliaia di volte, si può ben comprendere come si sia arrivati a questo punto.
Ecco, quindi è per questo che credo sia importante che il gesto di utilizzare l’auto solo quando estremamente necessario e in mancanza di valide alternative, così come avere l’accortezza di sprecare il meno possibile, se fatto da 10 persone ha un valore, ma se moltiplicato per migliaia e migliaia di persone può essere decisivo.
Recentemente ho messo in scena uno spettacolo in compagnia di Christian Casarotto (se vuoi saperne di più leggi qui), glaciologo del Muse – Museo della Scienza di Trento, che, nello show, ha il ruolo che gli riesce meglio: lo scienziato, ovvero se stesso, che spiega la situazione climatica attuale.
Nemmeno lui ha intenzione di fare il catastrofista o lo sceneggiatore di The day after tomorrow, ma il suo lavoro di scienziato lo porta ad avere dati inequivocabili.
Perlomeno riguardo modelli matematici sviluppati in base a ciò che succede ora.
Lui stesso ricorda che le previsioni da qui a qualche anno non sono altro che proiezioni che potranno avverarsi SE E SOLO SE il tutto proseguirà esattamente come ora, con l’incognita dell’imprevedibilità di qualsiasi evento che potrebbe stravolgere il tutto (eruzioni vulcaniche, asteroidi, incendi, un rigore non dato alla Juve, ecc…).
Non entro nel merito di nessun argomento anche perché, nello show, io mi limito a prendere atto di ciò che mi dice e, fuori dallo show, continuo a prendere atto delle letture da lui suggeritemi.
Tra le varie riporto solo un esempio che è inopinabile.
L’Adamello, il ghiacciaio più esteso di Italia che si trova in Val Camonica, si sta ritirando di 15/20 metri all’anno e, da fine millennio scorso, si è fusa quasi la metà degli 870 milioni di m3 di ghiaccio registrati nella prima metà del ‘900.
Un esempio tra tanti.
Alcuni dati fanno davvero venire il mal di pancia, ma tant’è.
È solo per questo che ritengo sia utile esserne perlomeno tutti consapevoli.
Siamo in un periodo in cui guai a chi non indossa la mascherina perché c’è il Coronavirus (e che questo, bada bene, non venga letto come se non fossi d’accordo con tutto ciò), quando la mascherina magari sarebbe stato bene iniziare ad indossarla da anni per la qualità dell’aria che respiriamo quotidianamente.
Non si accetta la possibilità di morire di Covid ma, visti i risultati, evidentemente si accettano i tumori causati dall’inquinamento, lo stress dovuto a vite sempre strabordanti di cose da fare o le malattie cardio-vascolari causate da un’alimentazione nociva o da una sedentarietà dovuta al poco movimento (accettando come normale, giusto per un ulteriore esempio, raggiungere la palestra in macchina per andare a correre su un tapis roulant o pedalare su una cyclette pur di non farlo all’aria aperta, cosa che sarebbe molto più naturale e salubre).
Sbaglio nel pensare che il VERO progresso sia quello che potrà portare ad un miglioramento della vita per TUTTI?
Ho sufficientemente rotto gli zebedei con tutto ciò?
Ma soprattutto, se sei arrivato fin qui me lo fai sapere?
Ah ultima cosa.
Non mi voglio assolutamente apporre nessuna medaglietta al petto e non lo faccio per farmi dire bravo: la foto qui sotto è solo per dimostra che SI PUÒ FARE.
Questo è il sacchetto di plastica/alluminio che ho buttato ieri.

È vero che vivo da solo, è vero che mi capita di mangiare fuori, è vero anche che ad Agosto sono stato via da casa per 20 giorni.
Ma questo sacchetto sono quasi 3 mesi di raccolta plastica e alluminio.
TRE mesi. Ce l’avevo in casa da fine Maggio.
Ripeto: non voglio sentirmi dire nessun BRAVO anche perché sono certo che c’è chi fa mooooooolto molto meglio di me, ma è solo per dimostrare che, senza nessuna particolare rinuncia ma solo con un po’ di accortezza, si può imparare a comprare ciò che ci serve senza dover necessariamente risultare dei produttori di spazzatura e sprechi.
Dai, almeno per una settimana prova anche tu ad utilizzare l’auto solo quando estremamente necessario.
Una settimana.
Poi decidi cosa fare in futuro.
Ma ricorda che il futuro è figlio del presente e solo con azioni giuste fatte nel presente si può pensare di regalare un futuro degno a chi verrà dopo di noi.
Se invece non te ne frega niente…beh, chettedevodì? Buona vita a te!