Ieri, oltre ad essere stato il compleanno di mio fratello, ho festeggiato un altro anniversario: sono 4 anni che vivo a Napoli.

Per i più costanti nel seguire tutto ciò che pubblico, il fatto che sia arrivato qui per la trasmissione su Radio Kiss Kiss è cosa nota, così come forse lo è anche che a fine dicembre 2022 ho lasciato la radio ma sono rimasto a Napoli.

Perché?

Perché Napoli è bellissima. Perché a Napoli si sta bene. 

Si, lo dico anche per stuzzicare tutti quelli che vedono in Napoli solo il male, lo schifo, la delinquenza, la sporcizia. C’è tutto, è vero.

Ma è dove ci sono gli esseri umani che c’è tutto ciò. 

C’è nelle cittadine da ventimila abitanti, figurati in un posto che, con la periferia che è praticamente un tutt’uno con la città, arriva a tre milioni di persone: è solo una mera questione di percentuali.

Non voglio difendere nessuno. Non devo difendere nessuno.

Forse questa peculiarità del “o la ami o la odi” se l’è anche voluta un po’ costruire addosso.

Vero è che se un fattaccio succede qui diventa una notizia nazionale, “onore” che, così su due piedi, mi sembra sia riservato principalmente a Napoli.

Per dire: qualcuno che vive fuori Ferrara sa cos’è successo proprio a Ferrara nell’ultimo mese?
Ecco, chi è di Ferrara lo sa, chi non segue la stampa locale sa solo che a Ferrara fanno i concerti.
Che mica è un male eh!

Le grosse città ovvio che hanno più spazio nella stampa, ma Napoli, se non fosse per lo scudetto, le millemila fiction e alcune trasmissioni di intrattenimento che hanno monopolizzato alcune fasce orarie della Rai, quasi a voler cercare degli escamotage per darne un’immagine migliore, riesce sempre ad avere quel ruolo che porta le persone che vogliono venire a visitarla ad avere sempre gli stessi dubbi: mi consigli un posto che sia sicuro? La borsa è meglio se la lascio in hotel? No, con la macchina non vengo perché me la fottono! [solo alcuni esempi di cose reali che mi sono capitate]

In questi 4 anni non è tanto il fatto di Napoli in sé che mi ha travolto: è proprio la napoletanità, con tutti i suoi pro e tutti i suoi contro.

Alcuni stereotipi che sono conferme: l’ospitalità, la caciaronaggine, la spensieratezza, la chiagneria, l’amore per la propria terra, l’odio per la propria terra.

In una città che è composta dentro se stessa da almeno 7-8 città, queste caratteristiche le ho riscontrate in tutti coloro che ho conosciuto: poi c’è chi queste “doti” le ha più spiccate mentre le altre le conserva solo dormienti e viceversa.

Napoli è una città che ha bisogno di essere compresa, bisogna entrarci in armonia, capirne le dinamiche. Ne ho la consapevolezza: penso davvero che non sia una città per tutti.
Bisogna attivare (o forse avere) una certa predisposizione.

Come scrissi già un po’ di tempo fa, è un luogo che ti fa bestemmiare almeno 10 volte al giorno ma che ti compensa poi con 20 carezze.

C’è il famoso detto “A Napoli piangi due volte: quando arrivi e quando te ne vai”.
Io quando sono arrivato non ho pianto per niente, anzi.

Quando me ne andrò, perché ovvio che il mio spirito nomade mi porterà chissà dove (e chissà quando), non credo piangerò, perché per me è diventata un po’ come Ferrara: la “mia” città.

In tutti questi anni, mentre ero in giro per il Mondo o nei vari posti in cui ho vissuto, quando dovevo andare a Ferrara dicevo sempre “torno a casa”.

Formula che utilizzo tuttora, perché Ferrara è e sempre sarà casa mia, ma che ultimamente utilizzo spesso anche quando sono via e devo tornare a Napoli.

Magari non pagherò più un affitto, ma a Napoli credo conserverò sempre la stessa sensazione: essere a casa.

6 pensieri riguardo “Vivo a Napoli da 4 anni

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