Siamo noi a costruirci la realtà.
Hai mai sentito parlare del paradosso di Berkeley?
“Se un albero cade nella foresta e nessuno è lì e può ascoltarlo, questo farà realmente rumore?”
Tradotto in soldoni: il mondo esiste solo nella mente delle persone. Qualunque cosa che viviamo come esperienza o come pensiero, esiste solo nelle nostre menti.
Sembra assurdo tutto ciò, vero?
Eppure prova a pensarla così.
Succede una qualsiasi catastrofe in Italia.
Ogni media, alimentato a dismisura dai social, ne parla fino allo sfinimento.
Per la “vicinanza” a dove è successo il tutto, presa ad esempio appunto l’Italia, c’è un forte coinvolgimento emotivo e difficilmente si può fuggire dal reperire questa informazione perché arriva a raffica da ogni fronte.
Allo stesso tempo quante piccole “tragedie” avvengono quotidianamente, sempre in Italia, vissute solo da singoli o da ristretti gruppi di persone?
Che coinvolgimento hanno in noi questi piccoli drammi “familiari” dal momento che non ne siamo a conoscenza?
Oppure, restando sulla falsariga di qualcosa di più globale, in quanti, giusto per fare un esempio generico, sono consapevoli delle guerre civili in atto in questo momento sulla faccia della Terra? In quanti sono a conoscenza dei disordini sociali in diversi Stati del Mondo? O, per fare un esempio più sciocco, in quanti sanno che, in questo istante, intere mandrie di bufali stanno migrando verso zone dove è più facile reperire acqua o cibo?
Tutto ciò, quanto ci coinvolge?
Ancora.
Ti è mai capitato, mentre soffrivi di un forte mal di denti, sentirti dire “ma dai non pensarci che adesso passa!”.
Questo semplicemente perchè, chi lo diceva, pur essendo a conoscenza che il mal di denti, in effetti, è molto fastidioso, non ne stava soffrendo e quindi, in quel momento, per lui non esisteva.
Ciò significa che il Mondo, come lo percepiamo, è solo il frutto di una nostra personale interpretazione. Mi rendo conto che si tratta di una riflessione che può provocare un drammatico crollo di molte certezze, ma è bene ricordare che, il fatto che noi interpretiamo tutto ciò che ci circonda, non significa che l’albero, le guerre, i disordini sociali o il mal di denti non esistono.
Tuttavia è vero che se di una cosa non ne sei a conoscenza o non la stai vivendo, questa cosa, seppur paradossale, a tutti gli effetti NON ESISTE!
Almeno fino a quando non ne entro in contatto.
Ogni cosa è semplicemente ciò che è, ma è una nostra prerogativa interpretarla.
Pertanto è solo un gioco molto difficile da comprendere con la nostra mente, sempre intasata da millemila informazioni, che tutto ciò che viviamo è in realtà frutto SOLO della nostra esperienza.
Sono io a decidere cosa esiste e cosa no.
Questo per dire cosa?
Che se qualcosa va storto è molto probabilmente dovuto al motivo che fa parte di una realtà che abbiamo voluto costruirci, accettare e vivere.
Lo so, è quasi improponibile parlare di ciò di fronte ad eventuali tragedie che ci vedono coinvolti in prima persona, quali malattie, lutti o condizioni di vita tragiche, ma alla fine, seppur dura da accettare, è così.
Perché se è vero che siamo noi e SOLO NOI i responsabili al 100% di ogni nostro successo e di ogni nostra gioia (perchè così è: va bene la fortuna o i casi fortuiti, ma sono tutte situazioni che NOI abbiamo fatto si che accadessero), è anche vero che siamo noi e SOLO NOI i responsabili al 100% di ogni fallimento o pena.
Dare merito o colpa a fattori esterni o ad altre persone per ogni nostro successo o insuccesso, è solo un alibi per non metterci nelle condizioni reali di ciò che siamo e che dobbiamo essere.
Ovvero i RESPONSABILI DIRETTI E UNICI DELLA NOSTRA VITA.
È per questo che ritengo di grande utilità imparare una cosa fondamentale: trasformare ogni eventuale problema in un’opportunità, di crescita o di miglioramento, perché un problema non esiste fino a quando non lo si considera tale o, mal che vada, un problema smette di esistere a seconda di come si decide di affrontarlo.
Perché in realtà non sarà mai vera l’affermazione “sono triste perché il Mondo è brutto”, bensì lo è “il Mondo è brutto perché sono triste”.
Sta solo a noi scegliere come vedere ogni cosa che ci succede e lasciar fare alla vita, accettando di buon grado qualsiasi cosa capiti e capire che, così come il buio e la luce o le salite e le discese sono facce della stessa medaglia, anche gioia e tristezza lo sono, perché qualsiasi sia la situazione che si presenti è comunque frutto di una realtà che ho fatto sì che si creasse in quanto sono consapevole di essere l’unico responsabile diretto della mia vita e dell’approccio che scelgo di dargli.